La mediazione tra interrogativi e nuove sfide

La mediazione tra interrogativi e nuove sfide

Un contesto sociale in continua mutazione

Il contesto nel quale ci collochiamo si sta trasformando rapidamente: le persone con cittadinanza non italiana sono circa 5 milioni e 755.000 e la presenza più impattante è nel centro-nord d’Italia.

Diminuiscono le persone irregolari e le nascite, quindi contribuiscono meno all’incremento demografico. I nati con cittadinanza non italiana rappresentano circa il 21% di nati in Italia. Principali motivazioni di ingresso: in calo i permessi per motivi di lavoro e per motivi di studio, ma in aumento per ricongiungimento familiare e ricerca di protezione internazionale.

La figura del mediatore

La mediazione è una figura tanto importante quanto il suo ruolo è dal punto di vista legislativo ancora poco definito, sia in termini di identità che di riconoscimento sociale. In Lombardia, ad oggi, non c’è una normativa specifica che definisca la figura. Si trovano a operare in contesti, con professionisti e paradigmi molto differenti tra loro. È stato creato un albo e un codice deontologico.

4 parole per definire la mediazione

La mediazione è creatrice, rinnovatrice, preventiva, curativa.

La mediazione è creatrice perché in grado di creare legami nuovi tra le persone; è rinnovatrice perché può riparare i legami sociali deteriorati; preventiva perché può prevenire i conflitti ed è curativa perché può aiutare le parti in conflitto a trovare una soluzione condivisa.

Il mediatore non è solo un interprete

Un errore che spesso viene commesso è che il mediatore venga ridotto al ruolo di interprete. È effettivamente anche un facilitatore linguistico, ma il suo obiettivo principale è creare un punto di collegamento tra i servizi e l’utente per facilitare la comunicazione, la conoscenza, l’ascolto attivo e individuare le richieste profonde che stanno dentro un colloquio.

La mediazione è una risorsa comune: oltre la logica erogativa

La mediazione è un patrimonio comune e ognuno di noi ha competenze legate a questo tema. Il fine della mediazione è rendere le persone più protagoniste possibile, uscendo dall’ottica “erogativa” cioè di risposta emergenziale e unidirezionale a un bisogno. È invece creazione di legami sociali, in cui ciascuno riceve dagli altri e dà un contributo agli altri. In questo modo la mediazione contribuisce a costruire una società sempre più integrata e coesa, capace di colmare le disuguaglianze sociali e di attivare percorsi inediti di sussidiarietà.

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